Il Ciclo Della Strumentalità (Vol 2) by Cordwainer Smith

Il Ciclo Della Strumentalità (Vol 2) by Cordwainer Smith

autore:Cordwainer Smith
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Altri neofrancesi erano arrivati al Caffè prima di noi. Un cameriere dai grandi baffi scuri venne a prendere l'ordinazione. Lo guardai attentamente per scoprire se era un omuncolo autorizzato, abilitato a lavorare in mezzo alla gente vera perché i suoi servizi erano indispensabili: ma non lo era. Era una macchina, anche se la sua voce aveva un accento parigino e cordiale, e i suo progettisti gli avevano dato persino l'abitudine nervosa di passarsi il dorso della mano sopra i grossi baffi, e lo avevano regolato in modo che sulla fronte, proprio sotto l'attaccatura dei capelli, gli spuntassero alcune gocce di sudore.

«Mamselle? M'sieu? Birra? Caffè? Il vino rosso arriverà il mese prossimo. Il sole splenderà al quarto e dopo la mezz'ora. Ai venti pioverà per cinque minuti, perché possiate godervi questi ombrelli. Io sono anziano. Potete parlarmi in francese o in tedesco».

«Per me va bene qualunque cosa», disse Virginia. «Decidi tu. Paul».

«Birra, per favore», dissi io. «Birra chiara per tutti e due».

«Certamente, m'sieu», disse il cameriere.

E se ne andò, facendo dondolare il tovagliolo che portava sul braccio.

Virginia rivolse gli occhi verso il sole.

«Vorrei proprio che piovesse adesso», dichiarò. «Non ho mai visto una vera pioggia.»

«Abbi pazienza, tesoro».

Lei si girò verso di me.

«Che cos'è «tedesco», Paul?»

«Un'altra lingua, un'altra cultura. Ho letto che la porteranno in vita l'anno prossimo. Ma non ti piace essere francese?»

«Mi piace moltissimo», disse lei. «È molto meglio che essere un numero. Ma, Paul…» Poi s'interruppe. Ed i suoi occhi erano annebbiati dalla perplessità.

«Sì, tesoro?»

«Paul», disse lei, e la formulazione del mio nome era un grido di speranza che si levava dalle profondità nella sua mente, e andava al di là del mio nuovo io, al di là del mio vecchio io, al di là dei sistemi con cui i Messeri ci avevano modellati. Le presi la mano.

«Dimmi, tesoro».

«Paul», fece lei, e stava quasi piangendo, «Paul, perché tutto avviene così in fretta? Questa è la nostra prima giornata, e tutti e due sentiamo che potremmo trascorrere insieme il resto della nostra vita. C'è qualcosa che parla di matrimonio, qualunque cosa sia, e dovremmo trovare un prete, e non capisco neppure questo. Paul, Paul, Paul, perché succede tutto così rapidamente? Io voglio amarti. Voglio che ad amarti sia il mio vero io».

E, mentre parlava, le lacrime le sgorgavano dagli occhi, anche se la sua voce rimaneva abbastanza ferma.

Fu allora che le diedi la risposta sbagliata.

«Non devi preoccuparti, tesoro. Sono certo che i Messeri della Strumentalità hanno programmato ogni cosa nel migliore di modi».

Lei scoppiò in un pianto incontrollabile, rumorosamente. Non avevo mai visto una persona adulta piangere. Era una cosa strana e spaventosa. Un uomo si alzò da un tavolo vicino, si avvicinò, ma io non lo degnai di un'occhiata.

«Tesoro», dissi in tono ragionevole, «tesoro, possiamo sistemare tutto…»

«Paul, devo lasciarti, per poter essere tua. Devo andare via per qualche giorno o per qualche settimana o per qualche anno. Poi, se… se… se ritorno, tu saprai che sono veramente io, a volerlo, che non sono stata programmata da una macchina. Per



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